14 Marzo 2025

Roma e il circo dei nomi in panchina: tra Mancini, Allegri, De Rossi e… Adani, nessuno sa davvero nulla

Roma e il circo dei nomi in panchina: tra Mancini, Allegri, De Rossi e… Adani, nessuno sa davvero nulla

Da quando Ivan Juric ha salutato la panchina della Roma, il circo mediatico è esploso con una girandola di nomi, ipotesi, ritorni dal passato e sorprese dal nulla. Qualsiasi persona che abbia mai posato un piede in campo o anche solo sognato di fare l’allenatore è diventato automaticamente un possibile nuovo tecnico della Roma. È una storia che ha del surreale, perché i Friedkin, proprietari statunitensi della squadra, stanno serenamente decidendo a Londra il prossimo passo, lontani da tutti i rumori.

Ma vediamo un po’ chi sono questi “papabili” o presunti tali, elencati con la stessa velocità di un mazzo di carte in una mano di poker.

Il giro dei soliti noti

Come da copione, subito è partito il toto-allenatore con i “nomi d’obbligo”. Mancini è stato il primo a fare capolino: chissà, magari l’idea di un ritorno in Serie A gli solletica il pensiero. Poi è arrivato Allegri, anche se è sempre meglio tenere in considerazione che Max non è proprio tipo da avventure brevi e contratti economici. Nonostante il suo recente passato, è arrivato il turno di Sarri, inventore di un aggettivo a lui dedicato grazie a un gioco che, data la rosa della Roma, avrebbe bisogno di un paio di anni per essere messo in pratica.

E poi, come dimenticare Ranieri, buono per tutte le stagioni. Il Testaccino, il medico chiamato d’emergenza che ti arriva a casa e ti cura il paziente per poi lasciare a chi è più “bravo” di lui, uno che ad allenare la Roma ci tornerebbe pure in bicicletta ma che gli algoritmi friedkiniani delle agenzie di recruiting tengono nel cassetto, come piano B o forse addirittura C.

Il paradosso di Daniele De Rossi e i cavalli di ritorno

Il capitolo più interessante è quello del possibile ritorno di Daniele De Rossi. Proprio lui, già esonerato per far spazio a Juric, viene considerato una scelta romantica per rimettere la nave in rotta. Ma davvero i Friedkin possono essere così poetici da riportare DDR, ammettendo così di averlo mandato via conto terzi (vero Lina?), e riprenderlo come fosse un protagonista da film sportivo a stelle e strisce, a risollevare la squadra? Con la stessa logica, l’ex talent Rudi Garcia potrebbe rispuntare, anche se si dice abbia ancora il cuore ferito dai tempi della Roma.

I nomi esotici e le ipotesi internazionali

Ma se non sono bastati gli “affetti stabili” della Roma, ecco spuntare le ipotesi esotiche. Terzic, con una storia da rispettato allenatore in Germania, e Lampard, una figura che ha tutta la teatralità necessaria per il palcoscenico della Serie A ma che guarda un po’, avrebbe scelto di non oltrepassare la manica preferendo il Coventry (!), una squadra di Serie B inglese ai giallorossi. E non dimentichiamo Bielsa, sempre in agguato come un guru del calcio che arriva per portare la sua rivoluzione ma forse non abbastanza “loco” per non capire in che guaio si andrebbe a mettere. Se con Sarri ipotizziamo due anni, non osiamo pensare in quanto tempo i giocatori metabolizzerebbero gli schemi del buon Marcelo.

Pirlo e l’usato sicuro

Tra i nomi non poteva mancare Andrea Pirlo, che per la sua fama di ex juventino e la sua esperienza di allenatore (fallimentare) è stato, chissà come, proposto anche per la Roma. E se ci fosse qualcuno capace di fermare questa deriva? Forse solo Rafa Benitez, il sergente di ferro spagnolo che tanto piace a certi tifosi nostalgici.

L’arte dell’assurdo: Adani e gli altri nomi paradossali

Quando pensi che la lista non possa andare oltre, ecco il colpo di genio: Lele Adani, il filosofo del pallone che tutti conosciamo per le sue lunghe analisi sui massimi sistemi calcistici e la sua capacità di essere ascoltato come se fosse un guru nonostante la sua esperienza in panchina è pari a zero. Sì, anche Adani è stato inserito in questo giro di nomi improbabili, con il solo merito di aver parlato (anche troppo) di calcio.

La verità? Solo a Londra lo sanno

Ma tra queste proposte, chi sarà davvero il prossimo allenatore della Roma? La risposta è, banalmente: nessuno lo sa. I Friedkin hanno eretto un muro di silenzio, una bolla di riservatezza. Mentre a Roma il dibattito infuria e gli articoli si moltiplicano come funghi dopo la pioggia, loro sono chiusi in qualche elegante ufficio a Londra (da non confondere con Ladispoli), dove senza dubbio stanno facendo le loro valutazioni con estrema calma, assolutamente in linea con il momento, e con il fatto che domani la Roma tornerà ad allenarsi senza allenatore, assaporando un buon tè inglese.