Inutile girarci intorno: la Juventus ha sofferto l’infortunio di Bremer più di quanto avrebbe dovuto. Da quando manca lui, i bianconeri non sembrano più così impenetrabili; e infatti non lo sono. La squadra riesce comunque a contenere e prevenire le azioni avversarie, ma nel momento in cui si apre un varco, il timore che possa prendere gol è più imponente rispetto a quando c’era Bremer. La solidità difensiva era anche un grande ausilio in ottica vittoria delle partite.
Dall’inizio della stagione ad ora, nel complesso non sono moltissime le reti segnate (anche se il Napoli ne ha addirittura una in meno ma è comunque primo in classifica), ma questo fattore veniva messo quasi in secondo piano grazie alla capacità di non prendere gol. Anche una rete poteva essere sufficiente, visto che l’avversario restava fermo a zero. Ma ora le cose sono diverse e per riuscire a vincere serve segnare di più, ma la Vecchia Signora in questo fatica.
E’ Vlahovic il problema dell’attacco della Juventus?
La Juventus, è vero, negli ultimi anni non è mai stata una squadra associata alle goleade. Questo perché seguiva dettami tattici diversi e maggiormente improntati alla copertura in difesa. Thiago Motta invece ha uno stile più orientato al possesso, alla pressione alta e alla manovra veloce in fase d’attacco. Tutte trame di gioco che effettivamente si vedono e funzionano, ma che poi non si concretizzano nella realizzazione. Diversi tra tifosi e addetti ai lavoro puntano il dito al terminale offensivo Dusan Vlahovic.
Quest’ultimo, in effetti, si è spesso reso protagonista in negativo mancando reti oggettivamente semplici per un attaccante del suo livello. Di contro non è nemmeno giusto ignorare le volte in cui ha tirato fuori dei gol direttamente dal cilindro magico. Sembra però mancare in continuità. E in una situazione come quella attuale, il serbo deve caricarsi l’attacco sulle spalle considerate anche le assenze e, con l’aiuto dei compagni di reparto, essere più incisivo. Se è vero che la miglior difesa è l’attacco, ad ora ci sono pecche in entrambe le fasi.
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