Il 6 novembre 2002 moriva a Pisa, sua città natale, a soli 42 anni Gianluca Signorini, indimenticato libero dell’era d’oro del calcio italiano. Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile dei nerazzurri toscani alla fine degli anni 70 nel corso della sua lunga carriera, Signorini, ha vestito tra le tante le maglie di Parma, nel biennio di Sacchiano, Roma e Genoa. Ed è proprio nella città della Lanterna che il difensore pisano ha vissuto i momenti più belli della sua carriera con il numero 6 sulle spalle, fino a diventare capitano, bandiera e uomo simbolo del Grifone. Fortemente voluto al Genoa da Franco Soglio, il vulcanico allenatore di Lipari che, alla sua prima stagione in rossoblù, lo aveva chiesto all’allora presidente Aldo Spinelli dichiarando che con lui in squadra avrebbe vinto il campionato di Serie B con 50 punti.
Embed from Getty ImagesAnche in quel caso il “Professore” non parlò Ad Minchiam, poiché il Vecchio Balordo vinse il torneo con 51 punti, uno in più rispetto quanto pronosticato in estate, a pari merito col Bari del compianto Salvemini. In massima serie Signorini ha vissuto anni indimenticabili con la maglia del Genoa facendo reparto con Fulvio Collovati, campione del Mondo con la Nazionale italiana ai Mondiali di Spagna 82. L’apice della sua esperienza nella sponda rossoblù di Genova sono il quarto posto della stagione 1990/1991 e la semifinale di Coppa UEFA della stagione successiva, persa nel doppio confronto con l’Ajax, traguardi raggiunti sotto la guida di Osvaldo Bagnoli.
Embed from Getty ImagesTuttavia l’esperienza di Signorini al Genoa non ebbe un epilogo felice. I rossoblù, infatti, nella stagione 1994/1995 retrocedettero in Serie B a seguito della sconfitta nello spareggio salvezza contro il Padova sul campo neutro dell’Artemio Franchi di Firenze. In totale furono 231 le presenze collezionate dal libero toscano con la maglia del Grifone tra campionato e coppe varie, impreziosite da cinque gol. Gianluca Signorini concluse la sua carriera nel Pisa, al tempo militante nel Campionato Nazionale Dilettanti.
Appesi gli scarpini al chiodo Signorini iniziò la carriera prima come DS dei nerazzurri e successivamente si iscrisse al corso di Coverciano per intraprendere la carriera da tecnico. Purtroppo però l’ex difensore venne colpito dal morbo di Gehrig, meglio noto SLA, che lo portò alla paralisi e di conseguenza alla morte prematura nel giro di pochi anni. Alla sua memoria il Genoa gli intitolò il centro sportivo nel 2005 e ritirò la maglia numero 6.
Fulvio Collovati, compagno di squadra di Signorini nelle esperienze di Roma e Genoa, lo ha ricordato ai microfoni di PerSempreCalcio.it.
Siamo con Fulvio Collovati, ex giocatore del Genoa. Che ricordo ha di Gianluca Signorini?
“Gianluca non era solo un mio compagno di squadra, era un amico. Fai conto, nei miei quattro anni del Genoa ero in stanza con lui. Due anni alla Roma, un anno sono stato in stanza con lui. Cinque anni di amicizia con il mio compagno di squadra. Era un fratello. E ti devo dire anche una cosa, come giocatore sottovalutato. Era un ottimo giocatore, sa che voleva il Milan? Poi dopo è uscito Franco Baresi. Ma ti dico una persona leale, eccezionale. Come giocatore valeva molto di più di quello che poi ha ottenuto“.