Taremi e Asllani, fine corsa all’Inter: quando le seconde linee affondano i sogni di gloria

Mp Cesena 27/07/2024 - amichevole / Inter-Las Palmas / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Mehdi Taremi
Nel calcio, le grandi stagioni si costruiscono non solo con i titolari, ma anche — e forse soprattutto — con chi parte dietro nelle gerarchie. E proprio quando l’Inter accarezzava ancora il sogno di un clamoroso Triplete, sono state alcune delle sue seconde linee a decretarne l’illusione: Mehdi Taremi e Kristjan Asllani, volti emblematici di un turnover che non ha mai davvero funzionato.
La sconfitta nel derby di Coppa Italia non è solo una delusione passeggera, ma il simbolo di un problema più profondo. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport mette sotto la lente proprio loro, Taremi e Asllani, protagonisti mancati di una stagione che poteva essere storica.
Taremi, arrivato tra l’entusiasmo generale per offrire una valida alternativa a Lautaro e Thuram, ha invece faticato enormemente. Solo tre reti all’attivo, due delle quali su rigore, e una condizione fisica mai davvero all’altezza. La pubalgia lo ha limitato, ma il vero problema sembra essere stato l’inserimento nel sistema di Inzaghi. Risultato? Panchine, delusione e una cessione praticamente certa in estate, salvo clamorosi ribaltoni.
Non se la passa meglio Kristjan Asllani. Preso nel 2022 come investimento per il futuro (14 milioni), il centrocampista albanese non ha mai convinto. Ancora troppo timido nelle scelte, lento nell’esecuzione, e mai realmente incisivo, Asllani non è riuscito a imporsi neanche nei momenti in cui avrebbe avuto campo libero per farlo. Anche per lui, il futuro sembra segnato: separazione probabile a fine stagione.
La morale? In un calcio dove le rotazioni fanno la differenza, l’Inter di Inzaghi ha sbagliato qualcosa in profondità. Il progetto delle seconde linee va ripensato, perché nelle notti che contano, i titolari non bastano.

Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.