10 Marzo 2025
Alisson, un leviatano al Parco dei Principi

Foto account Twitter ufficiale Liverpool

Certe serate scolpiscono la memoria collettiva come i colpi di scalpello su marmo antico. Liverpool-Parigi Saint-Germain non era solo una partita, ma un’ordalia tra titani del calcio moderno. E in questo scontro, mentre le stelle francesi tentavano di abbattere le porte del Parco dei Principi come barbari alle mura di Roma, emerse lui: Alisson Becker, il guardiano dell’ultima speranza, l’estremo difensore che si fa idra e chimera, allungando tentacoli dove altri vedrebbero solo palloni destinati a gonfiare la rete.

Nel calcio di oggi, così orfano del pathos romantico dei vecchi custodi della patria del goal, Alisson riscopre il senso primordiale del portiere. Non è solo colui che para, ma colui che comanda, che impone la sua legge tra i pali, che respira il terrore degli avversari e lo trasforma in certezza per i suoi compagni. Contro il PSG, il brasiliano ha trascinato la sua squadra fuori dalla burrasca, esibendosi in una sequenza di parate che hanno il sapore della redenzione.

La sua prestazione non è stata solo un esercizio tecnico, ma una manifestazione di potere. Come Yashin ai tempi dell’URSS, come Zoff nell’82, Alisson non ha parato palloni: ha parato la paura. E così, mentre il PSG sprofondava nell’impotenza, il Liverpool risaliva la corrente, confidando nel suo titano con i guanti.

Alisson Becker è l’uomo delle notti che contano. Nove parate, il suo record personale in una partita di Champions League, contro un Paris Saint-Germain che nelle ultime dieci gare aveva gonfiato la rete avversaria con la regolarità di un’orchestra sinfonica: quaranta gol, un’onda d’urto che sembrava inarrestabile. Ma non per lui.

Con riflessi da felino e una calma olimpica, il brasiliano ha respinto ogni assalto, trasformando la difesa dei Reds in una fortezza impenetrabile. E questo clean sheet non è solo una statistica: è storia. Con 22 partite a porta inviolata in Champions per il Liverpool, Alisson supera Pepe Reina e si prende il trono solitario nell’era UCL. Un record che non è un punto d’arrivo, ma la conferma che, quando la posta in gioco si alza, lui c’è. Sempre.

Nel calcio di oggi, dove spesso i numeri e le statistiche soffocano il racconto epico delle gesta eroiche, serate come questa ricordano perché amiamo questo sport. Perché dietro ogni vittoria c’è sempre un eroe. E nella notte di Parigi, Alisson Becker è stato il nome inciso nella leggenda.

Il tecnico dei Reds, Arne Slot, lo ha definito il miglior portiere al mondo. Alisson stesso ha dichiarato di aver giocato il miglior match della sua carriera. Si sa che il portiere nel calcio attuale resta un ruolo chiave. D’altronde, il suo omologo, anch’egli reputato tra i migliori al mondo, vale a dire Gigio Donnarumma, è stato tutt’altro che impeccabile nella rete segnata da Elliott…