14 Marzo 2025

Dal “Libero” al “Braccetto”: come il linguaggio calcistico è cambiato dagli anni ‘70 a oggi

Dal “Libero” al “Braccetto”: come il linguaggio calcistico è cambiato dagli anni ‘70 a oggi

Che brutto termine, a Coverciano stanno facendo grandi danni”: così Claudio Ranieri ha risposto a chi gli chiedeva se vedesse un giocatore adatto a fare il “braccetto” di difesa. Figlio di un altro calcio, Sir Claudio digerisce male i neologismi e i nuovi modi di chiamare ruoli e situazioni di gioco che sono sempre esistiti ma che la nouvelle vague del calcio cerca di riproporre. Mettendo in lavatrice un ruolo, o una situazione di gioco, per poi farla passare per un nuovo concetto grazie all’uso di un nuovo termine.

Il calcio è uno sport in continua evoluzione, non solo dal punto di vista tattico e atletico, ma anche nel modo in cui viene raccontato. Se negli anni ‘70 si parlava di “libero” e “mezzala”, oggi si sente sempre più spesso dire “braccetto” e “quinto di centrocampo”. Le terminologie si adattano alle nuove necessità tattiche, alle mode del momento e alla sempre maggiore influenza di allenatori e analisti.

Per evitare di parlare di fasi di gioco, per le quali non basterebbe un tomo di 1000, tra “semitransizione”, “preventive”, “sottopalla” e chi ne ha più ne metta, ci soffermeremo soltanto sui ruoli, quelli che una volta venivano definiti da un numero di maglia. Il 2 era il terzino destro, il 5 lo stopper e così via. Tutto talmente semplice che era impossibile non complicarlo per rendere il calcio più scienza di quella che in effetti non sia.

Dal “Libero” al “Braccetto”

Negli anni ‘70 e ‘80, il “libero” era il difensore svincolato da marcature, che guidava la linea arretrata e spesso impostava il gioco. Oggi questa figura è praticamente sparita, sostituita dal difensore centrale moderno, più associato al ruolo di “costruttore dal basso”. Se la difesa è a tre, ecco che entra in scena il termine “braccetto”, il difensore laterale della linea a tre, con compiti sia difensivi che di impostazione.

Dal “Terzino” al “Quinto di centrocampo”

Il classico “terzino” da marcatura a uomo, tipico degli anni ‘70 e ‘80, è stato superato dalle nuove esigenze del gioco (e comunque se si gioca a quattro diventa “laterale di difesa”). Con l’adozione sempre più frequente della difesa a tre, i laterali difensivi hanno cambiato pelle, diventando “quinti di centrocampo”: giocatori con una spiccata propensione offensiva, chiamati a coprire tutta la fascia. Non più solo marcatori, ma veri e propri fluidificanti (altro termine impolverato) moderni.

Dalla “Mezzala” al “Box-to-box”

Se un tempo si parlava di “mezzala” per identificare il centrocampista che agiva tra la linea mediana e l’attacco, oggi il termine più in voga è “box-to-box”. Questo termine, mutuato dall’inglese, indica un centrocampista che copre l’intero campo, supportando sia la fase difensiva che quella offensiva con continui inserimenti. Un’evoluzione che evidenzia il calcio sempre più dinamico e meno statico rispetto al passato.

Dal “Regista” al “Playmaker basso”

Un altro termine che ha subito un’evoluzione è quello del “regista”. Negli anni ‘70 e ‘80 era il giocatore che dirigeva il centrocampo, spesso con qualità tecniche eccelse e piedi raffinati. Oggi si sente parlare sempre più di “playmaker basso”, ovvero un centrocampista che, giocando davanti alla difesa, ha il compito di costruire il gioco dal basso e dettare i tempi della manovra.

Dalla “Punta” al “Falso nueve”

Negli anni ‘70 e ‘80, l’attaccante centrale era semplicemente la “punta”, con ruoli ben definiti: chi segnava era il “centravanti”, chi lo supportava era la “seconda punta”. Vi dice qualcosa la coppia Vialli-Mancini? Uno era il centravanti puro, tutt’al più la punta e l’altro era il rifinitore. Oggi, grazie a figure come Messi e Totti, si parla sempre più di “falso nueve”, un attaccante senza posizione fissa, che arretra per cucire il gioco e favorire gli inserimenti dei compagni.

Il calcio di oggi non è più quello di ieri, e lo si capisce anche da come viene raccontato. Termini un tempo imprescindibili sono spariti, sostituiti da neologismi che riflettono la continua evoluzione tattica dello sport. Che si parli di “braccetto”, “quinto”, “box-to-box” o “falso nueve”, una cosa è certa: il calcio non smette mai di reinventarsi, e con esso il modo di descriverlo.