10 Marzo 2025
I rischi che l’Inter deve evitare contro il Feyenoord

Urna sulla carta propizia per l’Inter, chiamata a misurarsi con il Feyenoord negli ottavi di Champions. Gli olandesi, di certo, non soffrono di complessi: hanno eliminato il Milan con una prova di forza nella gara d’andata e una sofferenza stoica al ritorno, prima di approfittare dell’ingenuità di Theo Hernández, espulso per un secondo giallo evitabile.

Attenzione, però, alle squadre d’Olanda. Feyenoord e PSV giocano con la spavalderia di chi non si interroga su equilibri precostituiti, non si lascia ingabbiare da logiche speculative. Il loro dogma è semplice: essere sempre e comunque la versione migliore di sé stessi, anche quando la realtà pare negarlo.

Ed è qui che casca l’asino. In Europa, il calcio ha intrapreso questa via, chiara e definita. Ovunque, tranne che in Italia. Perché? Perché restiamo incatenati a un’idea di gioco che privilegia l’attesa, il calcolo, la paura dell’ignoto. Il calcio moderno è fatto di strappi, di battaglie di nervi, di momenti in cui la logica si piega al ritmo. E la storia ci insegna che i geni hanno sempre sfidato le certezze del loro tempo, abbattendo barriere considerate invalicabili.

Il punto è che, incurante degli infortuni e delle forzate privazioni, fedele alla propria indole calcistica, la compagine olandese ha seminato dubbi come chicchi di grano al vento, costringendo chi osserva a interrogarsi, a cercare risposte che diano sostanza a questi stessi interrogativi. Perché mai la qualità tecnica, l’armonia della manovra, la geometria pulsante e implacabile di cui si sono fatte alfieri entrambe le squadre del nobile Paese dei tulipani, sono parse così prepotentemente superiori, persino alle attese di chi le ha affrontate e di chi le ha ammirate?

Questa è la criticità con cui dovrà misurarsi Simone Inzaghi. L’Inter avrà momenti di supremazia, la sua qualità tecnica è superiore, ma dovrà sapere reggere anche quando la marea girerà a favore degli olandesi. Il Feyenoord, come il PSV contro la Juventus, non esiterà a pressare alto, a soffocare il gioco, a costringere l’avversario a giocare al ritmo infernale che impone. Preparazione atletica e capacità di lettura saranno decisive. Serviranno resilienza, spirito di sacrificio e una freddezza glaciale nei momenti chiave. Perché in Europa chi si mette a fare troppi calcoli finisce spesso per sbagliarli.