24 Aprile 2025
Good Old Memories: Juventus-Inter

In oltre 100 anni di storia, il campionato di Serie A ha saputo offrire match e momenti indimenticabili per i tifosi di tutte le squadre.
Soprattutto quando la posta in palio si alza e le grandi squadre si sfidano, il pathos e l’emozione salgono in maniera vertiginosa.
Per capire chi siamo davvero, dobbiamo sempre riguardare al nostro passato, rivivere i momenti che ci hanno formato e riscovare le gemme più belle.
Ecco l’obiettivo di Good Old Memories: riscoprire le partite più belle all’interno della storia dei big match di Serie A, ricreando dolci ricordi per le tifoserie di ogni colore.
Non poteva avviarsi meglio questa nuova serie, con la classica più classica del calcio italiano: il Derby d’Italia tra Juventus e Inter.
Una sfida che da oltre un secolo spacca una nazione intera e che domenica si arricchirà di un ulteriore capitolo.
Queste sono le vittorie più belle di Juventus e Inter nel Derby d’Italia.

Inter-Juventus 2-3, 28 aprile 2018

Il campionato 2017-18 è sicuramente uno dei più dolci ricordi della storia recente juventina.
Dei 9 scudetti consecutivi, questo è sicuramente tra i primi tre per sofferenza e godimento finale.
Solamente 6 giorni prima di quel 28 aprile, la Juventus vide volare via un pezzo di Scudetto.
La capocciata di Koulibaly al 90mo sembrava aver indirizzato il tricolore definitivamente verso Napoli, con una città già in festa.
La sfida contro l’Inter assunse, quindi, il significato della sfida decisiva.
A 4 giornate dalla fine del campionato, era fondamentale rimanere sulla scia dei partenopei, impegnati a Firenze la domenica.
I nerazzurri, dal canto loro, stavano vivendo una stagione sicuramente migliore rispetto alle precedenti, ma il divario con la Juventus Campione d’Italia era ancora netto.
Dopo un ottimo inizio, la Beneamata di Luciano Spalletti rallentò, fino ad accontentarsi di giocarsi un posto per la Champions League.
Inter-Juve, quindi, valeva una stagione; la Juventus per sperare ancora nello Scudetto, l’Inter per la Champions e, magari, sgambettare fatalmente gli avversari più odiati.
San Siro si riempì per spingere l’Inter nell’impresa contro una Juventus di gran lunga migliore negli uomini.

Questa superiorità si tradusse nel gol del vantaggio di Douglas Costa, giocatore che sicuramente non ha espresso tutto il suo potenziale in maglia bianconera.
Le cose peggiorarono per l’Inter con l’espulsione di Vecino, che rifilò un pestone completamente gratuito a Mandzukic.
L’ambiente, già caldo per la sfida, ribolliva ancora di più: si sa che le decisioni arbitrali in un Inter-Juventus non hanno lo stesso peso che avrebbero in altri contesti.
I nerazzurri uscirono sulla distanza e, nel secondo tempo, riuscirono a ribaltare il risultato.
Prima Mauro Icardi diede un’ulteriore dimostrazione dello strapotere che aveva in area di rigore in quegli anni, correggendo di testa un cross di Joao Cancelo, che sarebbe diventato bianconero l’anno dopo.
Successivamente fu Perisic a dare spettacolo sulla fascia sinistra, saltando letteralmente Cuadrado prima di buttare in mezzo un pallone che Barzagli avrebbe goffamente buttato nella propria porta.
Con le spalle al muro anche in ottica campionato, la Juventus riuscì a tirare fuori un cuore che solo una squadra di campioni è in grado di mettere in campo.
Cuadrado si fece perdonare la figuraccia sul 2-1 nerazzurro scatenando l’azione del pareggio juventino, che si concretizzò con l’autorete di Skriniar, ultimo a deviare il cross del colombiano.
Dopo due minuti fu il turno del Pipita Higuain di ribaltare nuovamente il risultato, con un’incornata precisa sulla punizione al bacio di Dybala.
Nota a margine: Higuain sovrastò, in quel duello aereo, Santon, entrato poco prima al posto di Icardi, per dare vita ad una delle sostituzioni più tragicomicamente famose della storia del nostro campionato.
La vittoria della Juventus racchiude alla perfezione la sofferenza di quel finale di stagione, che però trovò una conclusione dolce, grazie anche agli scivoloni del Napoli contro la Fiorentina e il Torino.
L’Inter si leccò le ferite dopo la sconfitta, segnata da pesanti polemiche arbitrali che non troveranno spazio qui, e riuscì comunque a centrare la qualificazione Champions, al termine di uno scontro diretto al cardiopalma contro la Lazio: magari ci torneremo in futuro…

Juventus-Inter 1-3, 3 novembre 2012


L’Allianz Stadium, per anni interi, è stato un fortino ai limiti dell’inespugnabile.
Quando gli avversari dovevano giocare a Torino contro la Juventus, tutti sapevano che c’erano dolori da affrontare, dall’ultima in classifica in Serie A fino alla vincitrice della Champions League.
Per oltre un anno, nessuno è riuscito ad espugnare quella roccaforte tanto moderna quanto brutale, fino al 3 novembre 2012.
A posteriori, fa sorridere che la prima squadra in assoluto ad aver battuto la Juventus all’allora Juventus Stadium sia stata la sgangherata Inter di Stramaccioni.
La Juventus, prima di quel giorno, stava mantenendo una striscia d’imbattibilità in campionato che durava da 49 partite.
I bianconeri schierarono la formazione tipo, mentre gli ospiti vararono il tridente Cassano-Milito-Palacio.

La partita si mise subito male per l’Inter, che dopo 18 secondi si trovò subito in svantaggio.
Uno strepitoso Vidal fu lestissimo ad appoggiare in rete il cross di Asamoah, partito però nettamente oltre l’ultimo difensore nerazzurro.
Le polemiche e Juventus-Inter sono come il pane e la Nutella, difficilmente riescono a starsi lontani.
Non poteva che essere soddisfatto Angelo Alessio, il vice dello squalificato Antonio Conte, lontano dai campi a causa dello scandalo calcioscommesse.
Il primo tempo scivolò via senza tante emozioni, ma la Juventus sembrò legittimare il vantaggio.
Nella seconda metà di gara, ecco che venne fuori l’Inter, che giocò i 45 minuti più belli della gestione Stramaccioni.
Il pareggio arrivò su rigore, guadagnato dal Principe Milito per una trattenuta di Vidal e trasformato dal 22 nerazzurro in maniera non impeccabile ma efficace.
La Juventus, scossa dal pareggio, non riuscì a rispondere alle offensive interiste, e così gli ospiti segnarono il 2-1.
Una prepotente discesa di Guarìn si chiuse con la classica botta da fuori del centrocampista colombiano, respinta da Buffon, che nulla potè sulla ribattuta sicura a rete di Milito.
Pirlo e Quagliarella cercarono il pareggio con conclusioni da fuori, senza risultati.
La ciliegina sulla torta nerazzurra arrivò al 90mo, quando Nagatomo trovò liberissimo Palacio, che superò Buffon con un tocco rasoterra che si impennò dopo la deviazione del numero 1.
La gioia incontenibile dell’Inter fece credere che i nerazzurri potessero seriamente contendere lo Scudetto alla Juventus.
La stagione 12-13 portò con sè esiti molto diversi, con l’Inter che chiuse nona, sopravanzata addirittura dal Catania.
La Juventus, invece, si consolidò regina d’Italia, anche se non con un rullino di marcia perfetto come quello dell’anno precedente.
La concorrenza del Napoli,però, era ancora troppo acerba, e la Juve si impose per il secondo anno di fila, ponendo le basi per il ciclo più vincente della sua storia.