Real Madrid-Milan è una gara che evoca ricordi legati a un passato glorioso dei rossoneri. La memoria ritorna inevitabilmente a quella memorabile doppia sfida di fine anni ’80, dove i rossoneri di Sacchi annientarono le Merengues nel ritorno a San Siro con un sonoro 5-0. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Il Real è tornato ad essere squadra da vertice mondiale mentre il Milan è in ricostruzione.
Contro la sua ex squadra, Carletto Ancelotti ha schierato tutti i big. Dal canto suo, Fonseca ha riproposto da titolare Rafael Leão dopo diverse panchina di fila. Morata aveva definito il portoghese “il miglior giocatore della rosa del Milan”. Come status e pedigree forse ma da un po’ l’ex Sporting non stava sfornando prestazioni all’altezza della sua fama. Oggi il portoghese è stato tra i migliori in campo e ha contribuito al trionfo rossonero per 3-1 al Bernabeu. Capolavoro tattico di Fonseca che ha imbrigliato Ancelotti, leggendo poi alla perfezione la gara nei momenti cruciali.
A passare in vantaggio è stata la squadra rossonera, con Thiaw che è intervenuto di testa su perfetto calcio d’angolo di Pulisic. Lo statunitense è stato sugli scudi e ha impegnato poi Lunin con un tiro da fuori area. Tuttavia, appena dopo il gol rossonero, il Real ha premuto e i suoi big hanno provato a prendersi la scena. Il rigore è arrivato a seguito di una disattenzione difensiva, con Emerson Royal che ha commesso fallo su Vinicius. A certi livelli queste sbavature non puoi permettertele. Milan che ha tenuto bene il campo nella prima frazione di gioco, tirando diverse volte da fuori. Reijnders è stato tra i più positivi.
Milan passato nuovamente in vantaggio. Rafael Leão si è girato in area, tiro forte ma centrale, sulla respinta Morata ha insaccato per il classico gol dell’ex. Il Real non è una squadra abituata a rincorrere l’avversario. Il punto è che gli spagnoli dispongono di troppa classe. Contropiede micidiale, passaggio epico di Vinicius per Mbappé e gran parata di Maignan.
Nella ripresa gran parata di Lunin su Leão. Portoghese poi che ha impensierito ancora una volta la retroguardia Merengue, venendo fermato sul più bello. Pulisic sempre sugli scudi. Si diceva che l’americano non è quasi mai un fattore nelle grandi sfide. Non è stato il caso oggi al Bernabeu.
Milan talvolta troppo lezioso in uscita. Poco dopo l’ora di gioco, da una palla persa è arrivata una grande occasione per Mbappé che, in posizione sospetta, ha sparato fuori. Camavinga e Brahim erano stati i primi cambi di Ancelotti, il quale ha completato la rivoluzione in mediana, sostituendo Modric con Ceballos.
Nonostante l’ottima gara dei rossoneri, la premiata ditta Vinicius-Mbappé, il primo in versione assistman, il secondo in versione centravanti, ha continuato a creare pericoli. Qualche minuto dopo Morata ha preso un legno, con una splendida deviazione su azione di calcio d’angolo. Milan quindi sfortunato. Lo spagnolo ha poi lasciato il campo a Abraham. Fonseca ha poi sostituito anche Pulisic, coprendosi con Loftus-Cheek, calciatore meno tecnico ma più fisico rispetto all’ex Chelsea.
Questione di tempo: il terzo gol rossonero era nell’area. Azione splendida di un Leão scatenato, che saluta e se ne va sulla sinistra, mettendo in mezzo un cioccolatino per Reijnders. Difesa del Real in crossa crisi ma Milan splendido. Ancelotti ha tolto poi Bellingham e Mendy, inserendo Rodrygo e Fran Garcia. Immediatamente dopo, azione splendida in contropiede, con Theo scattato sulla fascia che ha servito Loftus-Cheek, il quale si è fatto ipnotizzare da Lunin. Negli ultimi minuti, brivido per i rossoneri, con gol di Rudiger annullato dal VAR per offside. Sul 3-2, con circa 10 minuti da giocare sarebbe diventata dura. L’unica occasione è capitata sui piedi di Militão a seguito di una gran giocata del solito Vinicius.
3-1 esterno meritatissimo per il Milan. Vittoria più netta e chiara rispetto a quella di 15 anni fa, con Leonardo al timone. Ben altro Milan rispetto a quello visto contro il Napoli. Sono tornati i big e hanno fatto la differenza. Mbappé pescato diverse volte in offside come contro il Barcellona. Il francese non è un riferimento centrale e non si è integrato appieno in questa squadra. Lontanissimo dalle sue serate migliori, l’ex PSG è stato ben controllato dai centrali, che lo hanno perso solo in un paio di occasioni. Iniezione di fiducia spaziale per il Milan, che è in zona playoff e spera in altre serate come questa per sognare un clamoroso approdo nelle prime otto.
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione