Secondo quanto riportato da varie testate nazionali, per Josè Mourinho non sembra essere ancora il momento di lasciare il Vecchio Continente per approdare in Arabia Saudita, alla quale si è promesso. Lo “Special One” ha un rapporto speciale con la Saudi Pro League ma a prescindere dai soldi, pur essendo convinto del progetto arabo a medio termine, non crede ancora che la Lega che sta facendo incetta di campioni dall’Europa sia ancora al livello delle sue ambizioni. Dopo lo “strappo” doloroso con la Roma, che lo ha esonerato dopo un girone d’andata pessimo per scegliere Daniele De Rossi, Mou è rimasto alla finestra. Ha gestito i suoi interessi extra-calcio, e ha rilasciato dichiarazioni importanti sul suo futuro: “Voglio continuare ad allenare un club, non importa dove”.
I rumors sull’allenatore portoghese hanno scatenato la fantasia di giornali e tabloid di mezza Europa, che hanno inserito Mourinho più o meno su ogni panchina vacante: Newcastle, Paris St-Germain, Napoli solo per citarne alcune. Oggi è il giorno del Benfica, rivale storica di Sporting e soprattutto del suo Porto. Le Águias, allenate dal tedesco Roger Schmidt, hanno perso il decisivo derby per il titolo proprio sabato contro lo Sporting di Amorim e in questo momento si devono accontentare della seconda piazza in campionato ma sono ancora in corsa in Europa League, dove affronteranno l’insidioso Olympique Marsiglia nei quarti di finale.
Schmidt ha portato il Benfica al titolo nella sua prima stagione in terra lusitana. Nonostante un importante potenziamento della rosa da parte del general manager Rui Costa, tuttavia quest’anno non è riuscito a uscire dai confini “nazionali” vincendo una Supercoppa Portoghese ma fallendo la campagna in Champions League, con l’onta di quattro sconfitte nelle prime quattro gare. Un percorso “salvato” in extremis con la qualificazione all’ultimo respiro in Europa League grazie a 4 punti nelle ultime due. Troppo poco per la dirigenza che, rischiando anche di perdere la supremazia nazionale per mano degli acerrimi rivali dello Sporting, sta pensando ad un cambio della guardia alla guida della squadra.
Benfica, i perché della scelta di Mourinho
In un’ottica di “espansione” europea il profilo di José Mourinho si sposa alla perfezione con le ambizioni del Benfica. Lo Special One, nella sua esperienza nella capitale non avrà brillato in campionato, ma ha raggiunto due finali europee e il suo curriculum parla da solo: 26 trofei, due Champions League vinte con Porto e Inter, due Europa League con Porto e Manchester United, una Conference League con la Roma con una finale persa, l’unica della sua carriera in Europa, a causa di un arbitraggio quantomeno discutibile da parte di Anthony Taylor.
Mourinho sembra aver dato il suo ok alla prestigiosa panchina del club che fu di Eusebio e che, di fatto, è il più prestigioso del Portogallo. La condizione è che l’attuale allenatore Robert Schmidt lasci la panchina o venga prima esonerato per evitare annunci prematuri come avvenne con la Roma, quando il suo annuncio a sorpresa arrivò con Paulo Fonseca ancora in sella alla panchina giallorossa e in procinto di giocare una semifinale di Europa League.
L’esperienza insegna ma il dado sembra ormai tratto in casa Benfica con “A Bola” che questa mattina ha titolato a piena pagina “L’ombra di Mourinho su Schmidt”. Sarà difficile per il tecnico tedesco, che ha fatto pur bene, mantenere la barra a dritta con il tecnico più vincente della storia del Portogallo sullo sfondo.
Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.