14 Marzo 2025

Dendoncker, operazione “gratta e vinci”: perchè il belga potrebbe essere una combo vincente  

Con Leander Dendoncker il Napoli ha concluso la classica operazione da lotteria istantanea, perché grattando la patina che ha ricoperto il belga, ai margini delle rotazioni in Premier League, potrebbe anche saltar fuori la combinazione vincente. Tenendo presente che la società partenopea non rischia quasi nulla con il belga di proprietà dell’Aston Villa. L’affare, infatti, è stato concluso con la formula del prestito accompagnato dal diritto di riscatto, fissato a una cifra vicina ai 10 milioni di euro.

Dunque, una scommessa con (potenzialmente…) grandi margini di riuscita, senza comportare grandi investimenti. Tipica soluzione low cost per mettere le mani su un rinforzo di esperienza, arruolato sulla base della ipotetica futuribilità. Cioè a seconda di quello che potrà garantire in questo scorcio di stagione ai Campioni d’Italia, piuttosto che considerando il suo reale valore economico.

Buono anche in difesa

Dendoncker è cresciuto nell’Anderlecht. Gli anni passati nella Jupiler Pro League gli avevano schiuso le porte della Premier, al Wolverhampton e successivamente all’Aston Villa. Ad alimentare probabilmente la colonia belga nel massimo campionato inglese ha contribuito non solo la capacità di scouting dei club al di là della Manica. L’allora C.T. dei “Diavoli Rossi”, Roberto Martínez, in passato aveva allenato Swansea, Wigan e Everton, prima di accomodarsi sulla panchina della Nazionale.      

L’ultimo arrivato in casa Napoli appartiene proprio a quella nidiata di aspiranti talenti destinata (sulla carta…) a seguire le orme della generazione di Hazard e De Bruyne, senza riuscire veramente a esplodere del tutto, o comunque deludendo un po’ le attese rispetto alle enormi aspettative che avevano suscitato all’esordio.   

In effetti, le sue statistiche ai Villains non sono affatto eclatanti. In ogni caso potrebbe ritagliarsi uno spazio importante all’interno delle rotazioni di Mazzarri. Avendo giocato pure come difensore centrale permetterà all’allenatore toscano di schierarlo nella linea a tre, in un momento assai complicato per la retroguardia azzurra.

Un vantaggio non da poco, che forse ha suggerito alla proprietà di riconsiderare la situazione di Nehuén Pérez. La scelta di rinunciare definitivamente al centrale dell’Udinese, quindi, si sposa perfettamente con la volontà di privilegiare i difensori in organico. Oltre a sfruttare Dendoncker come soluzione alternativa. D’altronde, presenza fisica e istinto nella copertura delle linee di passaggio non gli difettano mica.

Esperienze importanti in Nazionale

All’Anderlecht si accorsero subito quanto Dendoncker, dotato di piede educatissimo, fosse spendibile anche difensivamente, per stazza e spiccata intelligenza nelle letture. Besnik Hasi, il tecnico dei bianco-malva che dopo l’ottimo lavoro nel settore giovanile fu promosso in Prima Squadra, portandoselo appresso, si accorse del suo livello di maturità, palesato dal modo abbastanza unico di come interpretava il ruolo.

Con caratteristiche che, nonostante la giovane età, gli consentivano di piazzarlo davanti alla difesa, da regista, nonché libero muoversi da mediano interdittore. E non bisogna dimenticare che in quel centrocampo era necessario giocarsi il posto con emergenti del calibro di Praet e Tielemans. Nondimeno, attraverso grande disciplina tattica Dendoncker è riuscito progressivamente a strappare un discreto minutaggio, proponendosi come primo riferimento nella risalita del pallone dal basso, arrivando addirittura in Nazionale, dove vanta 32 presenze.

Peccato, però, che il suo calcio lineare e privo di fronzoli non sia mai stato apprezzato fino in fondo da Martínez. Nel “suo” Belgio, forte la concorrenza di Alex Witsel, un playmaker in grado di integrarsi maggiormente con un box to box creativo come De Bruyne, grazie all’abilità nel saper proteggere la difesa e coprirne in maniera preventiva gli strappi offensivi.  

In questo scenario si inserisce la decisione del nuovo Commissario Tecnico del Belgio, Domenico Tedesco, che ha iniziato un processo di ricambio generazionale dopo il Mondiale in Qatar. Un repulisti che ha momentaneamente sancito la fine dell’esperienza in nazionale di Dendoncker.

Premier League deludente

Contraddittoria l’esperienza in Premier League. La chiamata dell’Aston Villa aveva convinto Dendoncker a credere nel definitivo salto di qualità. L’occasione mistica di svoltare la carriera, avendo dominato già nel campionato di casa sua.

Perché fin quando si è trattato di condividere uno slot a centrocampo nel 4-3-1-2 di Steven Gerrard, il belga poteva associarsi coi compagni di reparto, all’interno di un sistema che prediligeva esplorare immediatamente la profondità coi lanci lunghi per gli attaccanti. E dove le sue peculiarità fisiche e atletiche facevano la differenza, fondamentali per dare equilibrio tattico e copertura.

Tutto è cambiato con l’arrivo in panchina di Unay Emery, che ha letteralmente stravolto la squadra di Birmingham. Il passaggio al 4-2-3-1 ha determinato un significativo ribaltone, con i Claret & Blue che sviluppano una manovra sofisticato, funzionale a creare spazi alle spalle della difesa avversaria attraverso possesso e veloci fraseggi, in cui Douglas Luiz davanti alla difesa detta i tempi  del gioco.

Una trasformazione che s’è riflessa anche nella fase di non possesso. L’allenatore spagnolo ha preteso pressing continuo e asfissiante, teso al recupero del pallone in alto. Costringendo così Dendoncker a fare mera tappezzeria, utilizzato per modificare occasionalmente l’atteggiamento a gara in corso, uscendo soltanto dalla panchina.

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