14 Marzo 2025

Dopo l’eliminazione nei quarti di finale di Coppa Italia contro la Lazio, i giallorossi sono usciti sconfitti in campo, sia sul piano fisico, sia tattico che tecnico. Ora bisogna trovare un colpevole.

Una rosa mal costruita

I limiti tecnici evidenziati nel corso della stagione sono tanti, a partire da un sistema di gioco che dovrebbe far forza sulle corsie laterali, occupate a destra da Karsdorp, Celik e Kristensen e a sinistra da Zalewski e Spinazzola, con quest’ultimo unico vero pericolo estemporaneo in fase offensiva. La difficoltà mostrata dagli esterni giallorossi in fase di cross è lampante: solo 98 cross sono risultati utili su 234 da inizio campionato, con gli attaccanti che in zona gol faticano a finalizzare. Lo spettro di Smalling pesa e non poco nella retroguardia romanista, l’inglese sembra ormai irrecuperabile data la sua assenza dal rettangolo di gioco dai primi di settembre.

In mezzo al campo l’addio forzato in estate di Matic non ha trovato un degno sostituto, la mancanza del serbo in mediana si è sentita fin dalla prima giornata di campionato. Aouar, a parametro 0 ha aggiunto spessore sotto il punto di vista tecnico, ma non sotto quello fisico. Infine i due acquisti arrivati da Parigi: Paredes voluto fortemente da Mourinho sembra essere solo un ricordo nostalgico del giocatore arrivato nella capitale a soli 20 anni, e Renato Sanches voluto da Pinto, un azzardo troppo grande, che si è rivelato un flop per una rosa che aveva bisogno di giocatori pronti e integri.

La dirigenza

In un momento così delicato, sembra troppa la distanza tra società e spogliatoio, tra 20 giorni la Roma si ritroverà senza Direttore Generale, dopo l’addio comunicato da Pinto che sarà definitivo a fine mercato invernale. La richiesta del tecnico portoghese Mourinho, che da più di un anno cerca un uomo di spessore che possa mettere la faccia al suo posto nei momenti di difficoltà non è stata francamente ancora accontentata. Un ruolo mai ricoperto dalla società che a quanto pare non ritiene importante in questo momento.

Una fase di gestione alquanto singolare da parte dei Friedkin, che vacillano e non poco alle richieste di una parte della piazza giallorossa vogliosa di rinnovare Mourinho, dopo i risultati maturati in questa prima metà di stagione: secondi in un girone abbastanza comodo in EL, fuori ai quarti in Coppa Italia e ottavi in campionato.

L’allenatore

Lo status di grande allenatore portato a Roma da Josè Mourinho ha in questi 2 anni e mezzo arricchito la piazza e i giocatori, con due finali europee in altrettanti anni, e la vittoria della Conference League. Ma in campionato la Roma non ha mai brillato, sinonimo di discontinuità sul piano fisico e mentale, con un settimo e un sesto posto. Al giro di boa del terzo anno, la Roma si ritrova ottava in campionato, con il rischio di uscire dalla trasferta di San Siro in decima posizione.

Il tecnico portoghese non ha mai dato l’idea di trovare soluzioni tattiche diverse dal famoso “blocco basso”, pur giocando con un attacco composto da Dybala e Lukaku nella maggior parte dei casi. Una coppia così in Serie A, se la possono permettere in pochi, eppure la Roma fatica tanto a creare e soprattutto a concretizzare. La capacità realizzativa della squadra equivale al 12% dei tiri effettuati in questo campionato con Lukaku, primo giocatore giallorosso, 11° per numero di tiri realizzati.

La prestazione di ieri alimenta e non poco i dubbi della presidenza. Una squadra senza idee e senza soluzioni, esatto riflesso del tecnico in panchina, che in più di un’occasione ha dato l’idea di essere confuso. Il primo tiro nella porta occupata dal terzo portiere biancoceleste è arrivato al minuto 87, con ben 5 attaccanti in campo per oltre un quarto d’ora mai serviti se non con verticalizzazioni istintive e per nulla ragionate. Il tecnico portoghese è stavolta indifendibile, al quarto derby consecutivo senza segnare una rete.

La Roma dopo l’ennesimo fallimento in Coppa Italia, ha l’obbligo di analizzare e trovare una soluzione per il futuro. Ma stavolta la colpa è di tutti, Mourinho compreso.