Lazio, Eriksson-shock: “Ho il cancro, mi resta poco da vivere”
Sven Goran Eriksson è sempre stato un esempio di signorilità, di classe. Mai un commento sopra le righe, mai un atteggiamento fuori posto nelle sue esperienze lavorative in Italia, a partire dalla prima con la Roma che lo prelevò dal Benfica nel 1984, passando per Fiorentina e Sampdoria, prima di vincere l’agognato Scudetto con la Lazio nel 2000. Sedici anni senza polemiche, anche quando, da Campione d’Italia, con una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane lasciate in dote alla bacheca biancoceleste, diede le dimissioni a causa di una brutta partenza tra campionato e Champions League e comunicò la scelta di allenare la Nazionale inglese.

Da CT dell’Inghilterra continuò con la stessa signorilità ad allenare la Nazionale dei Tre Leoni fino al 2006, giocando un Mondiale e un Europeo molto sfortunati prima di essere allontanato a ridosso del Mondiale di Germania, inviso alla stampa dopo una sconfitta contro l’Irlanda del Nord. Signore in panchina, signore anche fuori, Eriksson adesso sta giocando la partita più importante, quella contro il cancro, a viso aperto con la consapevolezza che questa volta, purtroppo, una sostituzione o un cambio “tattico” non basteranno, contro un avversario troppo forte e troppo subdolo: “Ho il cancro. Mi resta un anno di vita”.
Eriksson: “Non so da quanto avevo il cancro, ma devo lottare finchè potrò”
Diretto, sincero, come sempre, Eriksson ha parlato senza remore del male che lo ha colpito: “Tutti avevano capito che non stavo bene, immaginavano fosse cancro e lo è. Devo lottare finché potrò. Nel migliore dei casi un anno o anche di più, nel peggiore anche meno. In realtà nessuno può esserne sicuro con certezza, è meglio non pensarci. Puoi in qualche modo ingannare il tuo cervello, pensare positivo e vedere le cose nella maniera migliore, non perderti nelle avversità, perché questa ovviamente è la più grande di tutte, ma ricavarne comunque qualcosa di buono da questa esperienza. Sono collassato improvvisamente mentre facevo una corsa di cinque chilometri, dopo un consulto medico ho scoperto di avere avuto in ictus e che avevo già un tumore. Non so da quanto tempo, forse un mese, forse un anno”.

Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.