14 Marzo 2025

Tiago Pinto parla della sua storia alla Roma e strizza l’occhio alla Premier: “È il campionato in cui tutti vogliono stare”

Forse mai a Roma, in epoca recente, la piazza è divisa in maniera così netta nel giudizio come sull’operato di un “manager” come successo con Tiago Pinto, general manager dimissionario dei giallorossi. In una lunga intervista intervista al The Athletic, il dirigente portoghese ha ripercorso tutta l’epopea del suo triennio a Trigoria, dall’arrivo di Mourinho alle campagne acquisti, chiosando con uno sguardo alle prospettive future con la Premier League in cima alla lista dei desideri: “È il campionato in cui tutti vogliono stare: i giocatori, gli allenatori e i dirigenti. È il migliore al mondo. Mi piacerebbe fare quell’esperienza. Ora o più tardi. Adesso la cosa più importante è provare di nuovo quello che ho provato al Benfica e quando sono arrivato a Roma. L’allineamento e l’impegno con la gente del club. Dopo Roma, sono pronto a tutto”.

Tiago Pinto e la pulizia della rosa: “Avevamo 70 giocatori in rosa”

Tiago Pinto ha raccontato con dovizia di particolari tutto l’iter su come ha gestito una situazione che ha ereditato alla Roma dalle precedenti gestioni: “Noi avevamo più di 70 giocatori sotto contratto. La maggior parte di loro non erano giocatori chiave. Non voglio menzionarli tutti, ma tutti ricordano Pastore, N’Zonzi, Santon. Anche altri giocatori come Bianda, Coric e Alessio Riccardi. Molti di questi giocatori che la Roma aveva sotto contratto avevano ingaggi pesanti e non avevano avuto rendimento in campo”. Ha dovuto dunque iniziare un lavoro da qui: “Pensavo di non poter semplicemente dare la colpa al passato e dire: ‘Tutti questi giocatori non hanno valore. Liberiamocene’. No, dovevo proteggere i beni del club. Quello che cercavamo di fare nella nostra rosa, con prestiti e accordi con altri club, era di trovare le soluzioni migliori per tutti”.

L’ingaggio di Mourinho e le operazioni Dybala e Lukaku: “Tre anni fa nessuno avrebbe immaginato di averli a Roma”

L’ingaggio di Mourinho, che ha colto di sorpresa tutti gli addetti ai lavori, lo riempie ancora di orgoglio: “Penso che tra il messaggio e l’annuncio siano passati 14 giorni – spiega Tiago Pinto –. La notizia ha colto di sorpresa anche la maggior parte dei giornalisti italiani che si occupano di mercato. Se penso alla proprietà e al modo in cui abbiamo messo sotto contratto Mourinho, questo li rappresenta molto bene. Fare le cose velocemente, senza spifferi e sorprendere tutti”.

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Pinto parla del successo delle trattative che hanno portato Dybala e Lukaku a Roma, tralasciando qualche “toppa” di troppo nell’unica sessione di mercato in cui ha avuto la possibilità di spendere soldi (Vina e Shomurodov i peccati… capitali): “Su Dybala, penso che siamo stati molto bravi nel gestire i tempi perché alla fine della stagione o all’inizio del mercato, se fossimo andati a combattere con i club che erano interessati, non avremmo avuto la capacità di farlo. Quindi per alcuni motivi, ma non voglio menzionare i club in questione, diciamo che la ‘società A’ non era in grado di concludere l’accordo in quel momento, la ‘società B’ stava cambiando allenatore. Quindi abbiamo capito il momento, ora o mai più. Avevamo una settimana per fare questa cosa e durante quella settimana a Torino, penso che abbiamo lavorato ancora molto bene come squadra, con la proprietà e l’allenatore pienamente coinvolti”

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Il dirigente portoghese che poi ha virato sulla trattativa Lukaku: Lo conoscevo molto, beh perché parlavamo di un altro suo giocatore”, rivela Tiago Pinto sull’agente del belga. “E naturalmente ogni volta che parlavamo dell’altro giocatore, facevo sempre delle battute. ‘Cosa succederà con Lukaku?’. Non ho mai detto di voler Lukaku, ma ho sempre saputo cosa stesse accadendo e un giorno – questa è una storia divertente – ero con Ryan Friedkin. Stavamo guardando l’allenamento e questo agente mi ha chiamato e io invece di dirgli “buongiorno”, ho detto qualcosa del tipo: ‘No, non voglio Lukaku, amico! Non ho i soldi per Lukaku e lui rideva e rideva e rideva. Lui mi ha risposto: “No, non chiamo per Lukaku”.

L’ombra della mancata qualificazione in Champions della Roma

Tutto bello, ma la Roma alla fine non è mai andata in Champions… “Le ultime tre squadre a vincere il campionato in Italia sono state eliminate molto presto dall’Europa. Quando l’Inter vinse lo scudetto con Conte, sono usciti nella fase a gironi di Champions League a dicembre. Anche il Milan, dopo aver vinto il campionato, fu eliminata nella fase a gironi. Il Napoli ha vinto, ma era fuori dalle coppe ad aprile. Noi abbiamo perso a Budapest contro il Siviglia e di conseguenza la qualificazione alla Champions League. Poi tre o quattro giorni dopo, abbiamo avuto il grosso infortunio di Tammy”.

Infine Tiago Pinto ritorna sul suo futuro e sulle motivazioni che lo hanno allontanato da Roma:  “Ero stanco. Adesso la cosa più importante è provare di nuovo quello che ho provato al Benfica e quando sono arrivato a Roma. L’allineamento e l’impegno con la gente del club. Dopo Roma, sono pronto a tutto”.