Il presidente del Torino Urbano Cairo, in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, ha toccato vari temi, tra cui la mancata cessione in estate di Alessandro Buongiorno. Il patron granata ha raccontato come si è sviluppata una trattativa che era praticamente conclusa per tutti, tranne che per il giocatore:
“Buongiorno è un ragazzo a cui tengo molto. Per caso ci siamo trovati a New York nello stesso periodo. Io dovevo ricevere il premio della Fondazione Palazzo Strozzi, così l’ho invitato alla cena di gala. A luglio ho prolungato il suo contratto fino al 2028. Il suo agente, il talentuoso e rinomato Beppe Riso, iniziò a scherzare: “Ora sarà impossibile venderlo…. Non si vendi mai i giocatori freschi di contratto. Ricordo quando volevo portare Baselli a Roma e tu rifiutasti”. Io risposi: “Ho un debole per Buongiorno, ma non è vero che non vendo mai i giocatori”.
La chiamata in Sardegna di Percassi e il “gran rifiuto” di Buongiorno
“Luca Percassi mi chiamò mentre ero in vacanza in Sardegna. Mi disse che voleva Buongiorno. Ci siamo incontrati a Milano e gli ho spiegato: “Guarda, è praticamente il nostro capitano, è con noi da 17 anni. Mi sembra difficile, se non impossibile”. L’ho detto a Vagnati, che ha informato Riso. Luca ha insistito, Zapata è stato messo sul tavolo delle trattative e siamo stati vicini a un accordo. Gli dissi chiaramente: “Tutto dipende dalla volontà del ragazzo”. Buongiorno mi chiamò e mi disse: “Signor Presidente, ci ho pensato a lungo e non me la sento di partire”. Gli ho detto: “Sono felice. Resta con noi, facciamo una grande stagione'”.
Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.