Roma, Tiago Pinto: “Scudetto? Non ne parliamo. Vi dico che è successo con Frattesi…”

Fonte asroma.com
Nella conferenza stampa di fine mercato, Tiago Pinto ha parlato in linee generali dell’estate di lavoro che ha portato alla Roma giocatori importanti e l’uscita di tanti esuberi. La Roma è riuscita nell’impresa di far quadrare il bilancio senza l’uscita di pedine importanti. Il direttore generale della Roma ha l’aria soddisfatta ma anche qualche rammarico.
E’ stato un grande mercato per la Roma, consegnate a Mourinho un’istant team. E’ una squadra che ha il dovere di lottare per lo Scudetto?
“Non penso a giugno quando siamo a settembre. Abbiamo di certo potenziato la squadra ma calma a parlare di instant team. Avevamo la necessità di mettere al fianco dei vari Zalewski giocatori di esperienza e credo che ci siamo riusciti, anche nel non lasciare solo Tammy Abraham affiancandogli Belotti. Mourinho poi è la garanzia perché già l’anno scorso è riuscito a trasformare semplici giocatori in grandi giocatori. Ovvio che ci aspettiamo di fare meglio rispetto alla scorsa stagione, ma non parliamo di Scudetto”
Tottenham, Juve, quanto è stato vicino a partire Zaniolo?
“Non è mai stato vicino a partire, mai. Ho sempre detto che Nicolò stava affrontando un processo di recupero, e quest’anno andrà ancora meglio. Mezz’ora fa ho chiamato Vigorelli proprio per incontrarci in modo da evitare scomode in conferenza stampa” (ride)
Siete preoccupati per le sanzioni dell’Uefa o che possa avere due pesi e due misure come detto da Mourinho?
“Io mi muovo nella direzione che mi indica la proprietà. La mia priorità è solo questa, il FFP è un tema molto difficile dietro al quale non mi piace nascondermi ma non ho intenzione di parlarne in maniera approfondita perché ci penserà, semmai dovesse succedere qualcosa, la società a intervenire. Posso solo dire che è stato istituito per migliorare i club e non per danneggiarli. Da quando sono arrivato so qual’era la situazione e sono sicuro che il prossimo direttore sportivo della Roma avrà vita più facile della mia in fase di mercato”
Ma siete vicini al raggiungere gli obiettivi dell’Uefa?
“Per me il FFP è un opportunità e non un ostacolo, non starò qui a lamentarmi perché ci sono dei paletti. Da quando sono arrivato il monte ingaggi è sceso di 20 milioni e non è normale che il club sia in difficoltà pur avendo venduto, negli ultimi dieci anni, di quanto abbia comprato. Oggi fare il direttore sportivo è completamente diverso a dieci anni fa e bisogna tenere in considerazione moltissimi fattori che prima non esistevano, il FFP è soltanto uno di questi”
Quale dei due aspetti – acquisti e cessioni – le he ha dato più difficoltà? Che voto si dà?
“Le persone si entusiasmano per gli arrivi, ma ieri stavo mangiando una pizza con il mio staff e abbiamo calcolato che abbiamo portato a termine 57 operazioni in questa sessione. Non posso dire di essere completamente soddisfatto perché ci sono un paio di giocatore che potevano essere ceduti e invece sono andati via soltanto in prestito. Sono giovane ma imparo in fretta: non mi do un voto perché l’anno scorso il mio 7,5 mi è stato rinfacciato ma chissà, dopo Tirana magari ci sono arrivato. Non amo il protagonismo individuale e non ho bisogno di marchette per definire la qualità del mio lavoro, credo che ormai conosciate il mio modo di lavorare”
Manca un tassello in difesa? Come ha vissuto le pressioni che anche Mourinho metteva?
“L’unica pressione che soffro è quella che mi mettono i miei genitori e mia sorella, infatti non ho portato il cellulare familiare perché mi mette ansia. A parte gli scherzi, non sento particolarmente la pressione e non voglio sembrare arrogante ma non leggo la stampa. Avevamo una strategia, viviamo un clima familiare con Mourinho e non è facile per ogni allenatore rilasciare 150 interviste all’anno. I Friedkin e Mourinho sono stati di grande aiuto nel portare a termine alcune trattative con i loro interventi. Per quanto riguarda il difensore, so che giochiamo a tre e che numericamente siamo corti, ma mentre voi esaltate Mourinho come comunicatore, motivatore etc. io lo vedo tutti i giorni sul campo e so quello che può inventarsi: basti pensare a Zalewski lo scorso anno. Ci sono soluzioni interessanti all’interno della rosa, Cristante ha già giocato in quel ruolo, c’è Vina. Abbiamo fatto diversi “piccoli sforzi” per completare la rosa ma non possiamo continuare a farli. Il mercato è più complesso di quello che sembra”
Com’è andata la trattativa con Frattesi?
“Non mi nascondo, Frattesi è il giocatore che mi piace di più dopo quelli che ho in rosa. Sarà un grandissimo giocatore e diventerà un punto fermo della Nazionale. Abbiamo chiesto quanto valeva, non è stato possibile raggiungere la cifra richiesta dal Sassuolo. Non uso il mezzo stampa per condurre una trattativa. Io sono un po’ tedesco in questo: non mi piace stare un mese a trattare due o tre milioni. Il Sassuolo è un grande progetto sportivo, Frattesi un grande giocatore ma se ci sono i soldi bene, altrimenti pazienza e si guarda da un’altra parte.”
Solbakken a gennaio?
“Ma non aveva firmato per un’altra squadra? (ride) Se non ha firmato per un’altra squadra, a gennaio proviamo”
Si è defilato un po’ quando si è parlato dei meriti. Qual è stato l’acquisto che l’ha soddisfatta di più? Il rimpianto è più una cessione o un calciatore che non è arrivato?
“Tutte le trattative hanno una loro storia, anche umana, dietro ed è difficile dire quale possa essere quella che mi ha dato più soddisfazione. Lo sport è l’unica attività commerciale dove comandano gli operai: puoi avere una strategia fantastica ma se il giocatore rifiuta la destinazione manda a monte tutto. Sono una persona molto emozionale e sinceramente ho visto che tutti i nuovi arrivi hanno perso soldi pur di venire alla Roma: questo è un segno di quanto questo progetto sia solido, abbia una visione e affascini i giocatori. E Mourinho è un catalizzatore perché, al contrario di altri allenatori della sua età, ha un fascino clamoroso. Tutti i giocatori vogliono essere allenati da lui.”
Ci sono svincolati come Zagadou. Ha parlato di 57 operazioni, cos’è successo con Coric e Bianda?
“Coric e Bianda sono vittime di una passata gestione ma io non mollo, ci sono ancora finestre di mercato aperte e posso ancora sperare. Possiamo parlare di Zagadou come di Denayer: ci sono tanti giocatori che hanno scelto di essere liberi e questa è una nuova prospettiva di mercato che potrebbe cambiarlo. Ne riparleremo in futuro, ma questa sessione di mercato farà storia”
Tornando al contratto di Belotti, è un anno con opzione per altri due. C’è un motivo particolare?
“La verità è che siamo stati creativi in 2-3 operazioni, questa creatività viene dalla necessità. Quando i giocatori accettano è perché si sentono comodi, non è importante 1+2 o 2+1, ci sono cose che sembrano negative, la verità è che sono dettagli della trattativa e dei contratti che non compete a me divulgare. Sono sicuro che Andrea sia felice, che giocherà molti anni a Roma, anche lui ha fatto uno sforzo per venire a Roma, il mio compito è renderlo felice, il contratto non sarà mai un problema”.
C’è una trattativa per i rinnovi di Cristante e Spinazzola?
“L’anno scorso mi chiedeste la stessa cosa sempre su Cristante, Spinazzola e Zaniolo. Ovvio che con l’avvicinarsi della scadenza sono situazioni da affrontare. Quello che posso assicurare è che Cristante sa cosa pensa la società di lui: è un giocatore importante e un professionista esemplare che rimarrà a Roma a lungo. Adesso fatemi riposare e non fatemi parlare dei rinnovi altrimenti da domani mi chiamano i procuratori dicendomi che l’ho promesso in conferenza stampa”

Il calcio è la mia passione in ogni sua sfaccettatura: ho giocato tanto, ho allenato altrettanto e adesso mi piace raccontarlo.