Juventus, Allegri: “Vorrei rigiocare la Champions. Ecco perché abbiamo così tanti infortuni”

Fonte foto: profilo Twitter Juventus
Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Venezia, lunch match di domani all’Allianz Stadium. Ecco le dichiarazioni complete del tecnico bianconero
Che occasione è domani per la Juve?
“Innanzitutto dobbiamo tornare alla vittoria nel nostro stadio. Mancano ancora quattro punti alla matematica, abbiamo la possibilità di prendere tre punti contro una squadra che ha cambiato allenatore e che perde da otto partite. Loro hanno sempre combattuto, noi nelle ultime quattro abbiamo subito sempre gol e domani dobbiamo cercare di non subirlo. Domani ci vuole grande rispetto per l’avversario, in questo pensiamo di aver già raggiunto l’obiettivo ma così non è”.
Domani Kean dal 1′? Come valuta la sua stagione?
“Kean non fa mai gol banali. Domani valuta se farlo giocare all’inizio o meno. A Sassuolo è entrato bene, sta bene fisicamente e mentalmente e sono contento di quello che sta facendo”.
Se avesse un jolly, che partita rigiocherebbe?
“Vorrei rigiocare la Champions. Bisogna fare mente locale degli errori che abbiamo fatto. Però ci sono state delle cose positive, inutile orma ragionare su come finisce la stagione. Dobbiamo fare i quattro punti che mancano e giocare al meglio la finale di Coppa Italia”.
Il percorso di Klopp insegna qualcosa?
“Mi hanno fatto molto piacere le parole del presidente. La Juve negli ultimi anni ha vinto tanto, è stata molto brava in Europa giocando sempre Champions importanti. Quest’anno abbiamo messo una buona base, dobbiamo essere pronti per l’anno prossimo. Klopp lo conosco poco come persona ma mi sta molto simpatico perché si prende poco sul serio ed è molto bravo. In Italia si tende a buttare giù gli allenatori dalla sera alla mattina, stare sulla stessa panchina può essere un vantaggio per tutti. Con la Juve abbiamo lavorato bene quest’anno, tutti insieme cercando di valutare gli errori fatti. Siamo sulla buona strada, da lì a vincere poi ce ne passa perché vince solo una. Non lottare per il campionato mi fa girare parecchio le scatole”.
I troppi infortuni sono una costante, c’è un problema di fondo?
“Credo che gli infortunati a livello muscolare siano stati nella media. Quelli a lungo sono stati tutti traumatici, anche lo stesso Danilo si è fatto male in uno scontro di gioco. Questo ci ha penalizzato ma la dice lunga su come si è comportata la squadra.”
Il punto su disponibili e non?
“Arthur domani è a disposizione. Danilo l’ho lasciato de giorni a riposo ma oggi si è allenato con la squadra. Avrebbe bisogno di riposare ma domani deve giocare. Cuadrado dovrebbe tornare col Genoa, De Sciglio vediamo. McKennie e Locatelli stanno lavorando bene, speriamo di averli a disposizione entro la fine del campionato ma è difficile”.
Cosa pensa della costruzione dal basso?
“In tutto ci vuole equilibrio. L’errore non è pensare che non si possa fare l’una o l’altra. Bisogna capire quando bisogna giocare dal basso, lunga. Tutti vogliamo giocare, a volte non viene concesso dall’avversario. Ci sono momenti in cui capita qualcosa ai portieri. E’ stata importante per i portieri, ma sbagliano come tutti, ecco”
Ci sono rimpianti per la stagione?
“Il Presidente ha ragione: se non vinci, hai rimpianti. E’ stata difficile. Ora abbiamo la possibilità di giocarci il terzo posto con il Napoli e ci proveremo. Vediamo anche le cose positive: per com’è iniziata ed è proseguita, credo che la Juve abbia fatto buone cose. Non è da buttare una stagione in cui, se riusciamo,, entriamo in Champions. Potevamo fare meglio, ma ci sono anche cose positive in un anno”.
Sarebbe importante raggiungere il terzo posto?
“Avrebbe un significato importante, il dieci gennaio eravamo in una brutta posizione di classifica. C’è stato lavoro, una rincorsa. Vediamo se riusciamo a prendere il Napoli che fino a ieri ha lottato per lo scudetto”.
C’è qualche giovane pronto per l’anno prossimo?
“Queste sono valutazioni che faremo a fine anno. Finiamo e poi valuteremo tutto, quelli che abbiamo dentro si allenano sempre con noi mentre gli altri sono seguiti settimanalmente nelle partite che giocano”.
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Milanese classe 2000, bocciato sul campo ma promosso nella scrittura di calcio a 360 gradi. Risultatista di sangue, vivo il gioco con passione analizzando ogni suo singolo aspetto. Pragmatico sotto tutti i punti di vista, sogno di fare della mia passione un lavoro.