Juventus, Rabiot: “Il vero me l’avete visto. Non sono ossessionato dal gol. Ecco il mio rimpianto”
Adrien Rabiot si è raccontato in un’intervista concessa a DAZN, nella quale ha sottolineato il rendimento di questa stagione, la terza con la Juventus. Ecco le dichiarazioni del francese
Abbiamo visto il vero Rabiot in quest’ultimo mese?
“Il vero Rabiot probabilmente l’avete visto, ma forse è mancata la continuità, un po’ più di regolarità. In campo do sempre il 100%, ma è difficile mantenere lo stesso livello in tutte le partite. La prestazione contro l’Inter, o quelle più recenti, sono state di alto livello. Devo ripeterle ogni weekend ed è questa la cosa più difficile”.
Allegri ha parlato della tua crescita:
“Quand’ero più giovane giocavo più avanti, come un 10. Ora mi piace partire più da lontano. Preferisco avere spazio davanti a me. Chi pensa che io sia un giocatore offensivo non ha la corretta percezione di me. Sono un numero 6 o 8, non un 10”.
Come mai non hai ancora segnato in questa stagione?
“So che in Italia si fa molta attenzione a questa cosa, ma io non sono ossessionato, non è una vocazione. La cosa principale è giocare bene, dare il meglio di me, attaccare, difendere. Segnare è una cosa in più, non è una cosa primaria. L’importante è vincere”.
Giusto annullare il tuo gol contro il Cagliari?
“Sono le regole del calcio, ma secondo me c’è un problema. Non mi riferisco agli arbitri, che applicano le regole. Il problema è nel regolamento”.
Qual è il tuo principale rimpianto?
“Se avessimo battuto l’Inter sarebbe cambiato tutto. Mentalmente sarebbe cambiato il nostro approccio al campionato e quello delle altre squadre nei nostri confronti. Milan e Inter avrebbero avuto più pressione. Non è facile giocare avendo dietro di sé la pressione della Juve”.
Tra poco c’è in palio un trofeo:
“È una partita che attendo in maniera particolare, perché la sfida di campionato mi ha deluso e innervosito. Idem la Supercoppa. Avremmo meritato di più in entrambe le partite. Abbiamo una rivincita da prenderci contro l’Inter”.
Allegri ti stima tanto:
“Ha una passione per il proprio lavoro, vuole vincere ma anche migliorare i giocatori. Io stesso sono migliorato con lui. Mi sprona, è importante avere un allenatore che ti lancia delle sfide”.
Il tuo idolo da sempre?
“Steven Gerrard. Era un giocatore emblematico, con qualità difensive e offensive e che segnava molto. Era elegante, aveva qualcosa di particolare”.
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Milanese classe 2000, bocciato sul campo ma promosso nella scrittura di calcio a 360 gradi. Risultatista di sangue, vivo il gioco con passione analizzando ogni suo singolo aspetto. Pragmatico sotto tutti i punti di vista, sogno di fare della mia passione un lavoro.