Ennesima occasione persa per la Juventus, che pareggia 1-1 al “Bentegodi” contro il Verona, un pareggio che probabilmente va stretto agli uomini di Juric, visto che hanno colpito due legni.

Che, poi, poniamoci una domanda: è un punto perso per lo scudetto? Questa Juve è stata costruita per lo scudetto? Una squadra così prestigiosa viene affidata ad un novello come Pirlo? Mancano sei giocatori e la panchina è composta interamente da giocatori della Under 23.

Non si venga dunque a parlare di rosa lunga e progettualità. Quella Juventus è finita quando si è deciso di mandare via Allegri prima e Sarri poi per darla vinta ai senatori, con il progetto Ronaldo oggettivamente fallito, almeno per adesso.

Passiamo ora all’analisi tattica della partita. Inizialmente la Juventus non ci è dispiaciuta, è partita a spron battuto, dando luogo a situazioni interessanti.

Dopo un inizio promettente, è uscito il Verona che colpisce un palo con Faraoni. Dopo quest’episodio la partita si fa sporca, bloccata e piuttosto noiosa.

A inizio ripresa, con una bella combinazione la Juve trova il gol con Ronaldo. Dopo questo gol sale la pressione dell’Hellas, che ha più birra in corpo ed è più in grado di attuare un pressing organizzato che alla lunga sfianca gli uomini di Pirlo. E, in questo caso vengono meno le alternative della panchina bianconera, che sarebbero stato in grado di apportare fondamentali forze fresche ad una Juve sfibrata.

Va altresì detto che l’assetto tattico di Pirlo comporta un maggior dispendio di energie fisiche, facendo il gioco di Juric.

Chiesa riceve da fermo a metà campo, limitando così le sue doti. Kulusevsi deve giocare fuori ruolo e non è assecondato dai compagni (vedasi Ramsey),Bentancur gioca costantemente spalle alle porta e spesso si abbassa a prendere la palla, non fornendo quindi un contributo alla causa.

La Juventus ha, dunque, tanti problemi. Problemi che partono da una costruzione estiva sbagliata, da scelte tattiche parimenti sbagliate e mai corrette. I cicli finiscono, nel calcio come nella vita, ma qui sembra che si sia gettati la spugna troppo presto. Parliamo di una società il cui motto è “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Bene, guardiamo la classifica, guardiamo la Champions League e il bilancio è magro.