In PSG-Basaksehir di Champions League il quarto uomo avrebbe rivolto all’assistente tecnico Pierre Webo una presunta espressione razzista, secondo i primi riscontri. Tuttavia NON è stato così. Il signor Coltescu avrebbe parlato con l’arbitro Hategan, riferendosi a Webo come “negru”, che in romeno significa “nero”.

In realtà il termine preciso tradotto in italiano è “quello nero”. Secondo il rapporto linguistico la parola NON ha connotazioni razziste. La relazione dell’ispettore UEFA riporta: “Niente razzismo, nessuna discriminazione da parte degli arbitri. Perché in romeno ‘negru’ vuol dire nero senza connotazioni offensive”.

Il massimo organismo europeo per club ha aperto un’indagine, ma le parole dell’ispettore andranno in soccorso del quarto uomo. La relazione chiarisce inoltre che “dalle prove video e audio disponibili, è stato stabilito che Coltescu e Sovre (il guardalinee, ndr) hanno usato le espressioni in lingua romena ‘quello nero’ e ‘il nero’, semplicemente per identificare il secondo allenatore del Basaksehir, Webo. Secondo il rapporto linguistico, le espressioni romene ‘quello nero’ e ‘il nero’ non hanno connotazioni discriminatorie o negative. Inoltre, la parola ‘nero’ è ampiamente utilizzata dalle organizzazioni antirazziste e dai loro milioni di seguaci proprio per combattere la discriminazione. L’ispettore designato per l’etica e la disciplina ritiene che l’indagine su un possibile comportamento razzista o discriminatorio sia terminata, senza la necessità di un’azione disciplinare per violazione degli articoli della legge Uefa”.

Il quarto uomo Coltescu sarà quindi scagionato. Quest’ultimo ha espresso parole di sollievo: “Grazie a tutti quelli che hanno presentato la notizia dal primo momento nel modo giusto, senza esagerazioni e deviando dalla verità. E che faranno altrettanto ora, per rispettare la verità vera. Sarò a disposizione del calcio romeno fino alla fine. Non a livello internazionale, dove la mia esperienza si è conclusa, ma solo per motivi di età”.

Il razzismo è una cosa seria…