Il 17 novembre 1991, 29 anni fa esatti, Antonio Conte esordiva con la maglia della Juve. Quel giovane (allora 22 anni) calciatore leccese aveva avuto una carriera piuttosto particolare. Conte aveva esordito poco più che adolescente in Serie C con la maglia del Lecce, a 16 anni e 8 mesi. Eppure il suo approdo ai massimi livello non è stato così lineare.

Difatti, nonostante questo esordio così precoce, Conte ha disputato varie stagioni da titolare tra A e B. Solo nel mercato autunnale del 1991 arrivò alla Juve, paradossalmente dopo aver disputato 9 partite in B in quella stagione 1991/1992. Conte era stato abbastanza incostante nella sua avventura con la squadra della sua città, ma il Trap credette in lui.

Giovanni Trapattoni era l’allenatore che lo volle fortemente e nel 1991 ne chiese e ottenne l’acquisto. Il Trap ha poi dichiarato in tempi non sospetti: «Era duttile e intelligente. Una forza della natura nella fase difensiva e in quella offensiva: non è un caso che sia diventato allenatore. Giocando in mezzo capisci meglio le dinamiche di tutti i reparti».

Pur non essendo stato mai un calciatore dotato di tecnica sublime, Conte è noto per essere stato un centrocampista con gli attributi. Insomma, un vero e proprio animale da competizione, un elemento forte fisicamente, in fase difensiva e bravo negli inserimenti. Nonostante non fosse un gigante, è stato particolarmente abile nel gioco aereo, grazie alla sua celebre caratteristica di anticipare gli avversari sul primo palo, spesso da azione da calcio d’angolo.

A proposito di colpi di testa, Conte è arrivato a un passo dal diventare l’eroe di Manchester nel 2003. Tuttavia, il suo colpo di testa si infranse sulla traversa della porta difesa da Dida in quella finale di Champions giocata tra Juve e Milan in terra d’Albione. Champions vinta da protagonista 7 anni prima, quando di anni ne aveva 27. Quando con Lippi ha avanzato il raggio d’azione, Conte è arrivato varie volte a mettere a segno 7 reti in stagione.

Con la maglia della Juve ha vinto praticamente tutto, dando un contributo fattivo agli scudetti e alla Champions vinta contro l’Ajax. Il suo lascito è stato notevole: pur non essendo un centrocampista di classe e che non sarà ricordato tra i migliori interpreti nel ruolo, Conte ha sempre incarnato lo spirito della Vecchia Signora, ergendosi a cuore bianconero.

Dopo aver allenato la Juventus, e conquistato tanti trofei in maglia bianconera, il suo passaggio all’Inter è considerabile come uno dei “tradimenti” più clamorosi nella storia del calcio. Nessuno avrebbe mai scommesso che una bandiera bianconera sarebbe arrivata ad allenare l’Inter…