Dopo le dichiarazioni di un dirigente minore dell’IFAB (senza poteri decisionali) e le pessime interpretazioni da parte della stampa italiana, si erano diffuse notizie su improbabili modifiche alle decisioni sui fuorigioco.
Un mese fa Ceferin parlò di tolleranza di 15-20 centimetri per il fuorigioco e di VAR che era un casino. Parole, quelle proferite dal presidente UEFA, che hanno scatenato un esperto boomerang. Troppi giornalisti, ovviamente non esperti nel campo, hanno detto la loro. La confusione è evidente.
Per fortuna ci ha pensato Lukas Brud, presidente IFAB a chiarire il tutto. “In teoria un fuorigioco di un millimetro è fuorigioco, ma se la prima decisione è di non fischiarlo e poi il Var deve usare 12 telecamere, vuol dire che errore chiaro ed evidente non era. Lo comunicheremo presto a tutte le competizioni”. Brud ha aggiunto “offside is offside”.
Quello che cambia è che, quando neanche con la tecnologia si riesce a capire con certezza se è fuorigioco o no. Nel senso, se la situazione non è chiara dopo le prima immagini viste al VAR, a quel punto l’arbitro e il guardalinee possono avere poteri. Ma si tratta di casi assolutamente rarissimi, ovvero neanche quando con la più sofisticata delle macchine si riesce a capire se è fuorigioco o no. Teoricamente è possibile, in quanto non siamo al cospetto della famigerata supermoviola di Biscardi, che riportava i centimetri di fuorigioco (ma che era spesso taroccata).
Alla fine cambierà veramente poco: il criterio sarà uguale, ovvero verrà consultato il VAR, ma si accorceranno i tempi. Il punto è che, spesso, un’analisi più approfondità può portare a capire se davvero era fuorigioco o meno. Così aumenta la discrezionalità: i casi di questo tipo saranno pochi, molto pochi, ma non nulli…
Osservatore della realtà, amante dello storytelling, del calcio inglese e della tattica. DS di AC Rivoluzione